Ironic
E del fallimento delle giornate perfette
Nella mia giornata perfetta il treno salta e devo correre da Sorrento a Napoli come una pazza, con la seicento che sbanda ad ogni curva e mio fratello in preda all’ansia che perdo un’altra volta il treno per Milano.
Tu non ti anticipi mai.
Nella mia giornata perfetta faccio gli scherzi telefonici e Mi Vendo!Un’altra identità, come Renato Zero.
Milano?! Tanto pathos, tanto melodramma e stai di nuovo là.
Mi sembra di aver ritrovato la voglia di giocare nella mia giornata perfetta.
Nella mia giornata perfetta ceno con un gelato alle sei tutta la notte ho i crampi allo stomaco per la fame e i brividi di freddo.
L’avete mai provato il freddo dentro? Il freddo di quando non fa freddo. Il freddo che ti fa arrotolare nella coperta pure se fa caldo.
Nella mia giornata perfetta bevo prosecco a stomaco vuoto.
Mi trucco da zingara nella mia giornata perfetta e mi comporto da algida. Faccio frusciare il vestito e lascio la scia di profumo.
Ma io non sono così.
Io non sono fatta per le giornate perfette. Non esco da un film di Fellini degli anni ‘50, non chiamo il taxi come le ragazze della City.
Io non sono un Che bel fiore!
Nelle giornate perfette indosso la Maschera di Ferro e fuggo più che mai dal calore umano, dalle parole gentili e dagli sguardi languidi. Divento granitica.
E mi odio per questo.
Allora meglio le giornate ironiche, con i pavoni che ti aprono la coda sullo sfondo di un laghetto artificiale e due lacrime che piovono su un colloquio andato al vento.
Qualunque cosa sia accaduta passerà. Mi dice lo sconosciuto al semaforo.
Meglio le giornata ironiche. Almeno sono più vere.
Le giornate ironiche partono già imperfette, non si leggono come segni del destino e congiunture astrali. Non ti sballottano tra due vite che non ne apparano una e non si caricano di aspettativa.
Si vivono e basta. Accadono e basta.
Meglio le giornate ironiche. Almeno sono più vere. Sono più me.
Tu sei molto di più di tutto quello che sta nelle categorie junior e senior, ricordatelo sempre.
Io sono la forza delle mie iperbole. Grazie. Me lo ricorderò.